Capitolo 5.1
Trasferimento del peso
Ovvero, come produrre suoni collegati.Dopo aver ben compreso il meccanismo di sostegno del peso attraverso l‘azione del metacarpo come fulcro, e della coordinazione delle falangi è possibile applicare questo meccanismo a più dita, creando alternanza di movimenti, in modo da collegare più suoni. La forma più semplice del trasferimento del peso avviene spostando il peso che si è deciso di utilizzare da un dito all’altro. Vediamo in dettaglio come.
Il metacarpo è il punto sul quale il peso viene appoggiato e dal quale inizia il movimento. Le falangi sono connesse tra loro in modo che reggendo il peso, non si verifichino cedimenti. Vengono quindi delicatamente “connesse” l’una all’altra.
Il dito che si appresta reggere il peso si prepara, mettendosi a contatto con il tasto in modo che la prima falange, quella a contatto con il tasto, sia verticale. Solo a questo punto il peso viene fatto scivolare da un metacarpo all’altro abbassando il tasto. In questo atto non vi è un’azione muscolare del dito verso il basso, l’unica azione è quella necessaria a tenere le falangi collegate tra loro. Possiamo dire che i flessori del dito agiscono “passivamente” in quanto reggono il metacarpo e non agiscono attivamente producendo movimento. [V24]
Il movimento delle dita risulta provocato solo dallo spostamento del peso da un metacarpo all’altro e non implica quindi attività muscolare di propulsione del dito, diversamente da quanto avviene con l’azione delle dita senza peso. Risulta facilmente comprensibile quanto sia economico, dal punto di vista muscolare, un’attività come quella descritta.
Il suono viene prodotto solo grazie ad una azione del peso che si sposta da un metacarpo all’altro con la minima azione muscolare possibile.
Questo meccanismo è molto delicato, in quanto è importante che l’abbassamento del tasto non sia causato da un’azione “volontaria” muscolare verso il basso, provocata da una contrazione del flessore del dito, o del flessore palmare, o dall’azione del tricipite. L’unica attività muscolare necessaria è quindi quella relativa all’azione di “chiusura” dell’angolo tra il metacarpo e prima falange (falange metacarpale) e al mantenimento delle falangi collegate tra loro.
Questa “flessione della falange del metacarpo”, ossia la diminuzione dell’angolo tra il metacarpo e la falange, è l’unica azione necessaria affinché il dito si “carichi” del peso che si intende trasferire. In questo tipo di attività non è necessario nemmeno l’uso dei muscoli estensori che alzano le dita, in quanto il dito prima di abbassarsi, non viene sollevato.
Un’altra importante considerazione è che, nell’azione descritta, rimane in azione solo il flessore del dito che sta reggendo il peso, mentre quelli delle altre dita rimangono perfettamente rilassati, a vantaggio dell’economia muscolare.
Se il trasferimento è effettuato con cura, nel rispetto degli elementi esposti sopra, le dita che non suonano mantengono uno stato di totale abbandono, condizione fondamentale per il conseguimento della dissociazione muscolare tra muscoli flessori ed estensori che è alla base della tecnica cosiddetta di “articolazione”.
Il movimento del trasferimento del peso descritto, avviene in modo simile, sia utilizzando solo il peso delle dita che utilizzando il peso di tutto il braccio. L’azione in “flessione” dell’articolazione della nocca resta infatti identica, sia spostando tutto il peso del braccio, che spostandone solo pochi grammi. Ciò che è comune a queste due azioni, è quindi il meccanismo di leva che il dito mette in azione.
Ovvero, come produrre suoni collegati.Dopo aver ben compreso il meccanismo di sostegno del peso attraverso l‘azione del metacarpo come fulcro, e della coordinazione delle falangi è possibile applicare questo meccanismo a più dita, creando alternanza di movimenti, in modo da collegare più suoni. La forma più semplice del trasferimento del peso avviene spostando il peso che si è deciso di utilizzare da un dito all’altro. Vediamo in dettaglio come.
Il metacarpo è il punto sul quale il peso viene appoggiato e dal quale inizia il movimento. Le falangi sono connesse tra loro in modo che reggendo il peso, non si verifichino cedimenti. Vengono quindi delicatamente “connesse” l’una all’altra.
Il dito che si appresta reggere il peso si prepara, mettendosi a contatto con il tasto in modo che la prima falange, quella a contatto con il tasto, sia verticale. Solo a questo punto il peso viene fatto scivolare da un metacarpo all’altro abbassando il tasto. In questo atto non vi è un’azione muscolare del dito verso il basso, l’unica azione è quella necessaria a tenere le falangi collegate tra loro. Possiamo dire che i flessori del dito agiscono “passivamente” in quanto reggono il metacarpo e non agiscono attivamente producendo movimento. [V24]
Il movimento delle dita risulta provocato solo dallo spostamento del peso da un metacarpo all’altro e non implica quindi attività muscolare di propulsione del dito, diversamente da quanto avviene con l’azione delle dita senza peso. Risulta facilmente comprensibile quanto sia economico, dal punto di vista muscolare, un’attività come quella descritta.
Il suono viene prodotto solo grazie ad una azione del peso che si sposta da un metacarpo all’altro con la minima azione muscolare possibile.
Questo meccanismo è molto delicato, in quanto è importante che l’abbassamento del tasto non sia causato da un’azione “volontaria” muscolare verso il basso, provocata da una contrazione del flessore del dito, o del flessore palmare, o dall’azione del tricipite. L’unica attività muscolare necessaria è quindi quella relativa all’azione di “chiusura” dell’angolo tra il metacarpo e prima falange (falange metacarpale) e al mantenimento delle falangi collegate tra loro.
Questa “flessione della falange del metacarpo”, ossia la diminuzione dell’angolo tra il metacarpo e la falange, è l’unica azione necessaria affinché il dito si “carichi” del peso che si intende trasferire. In questo tipo di attività non è necessario nemmeno l’uso dei muscoli estensori che alzano le dita, in quanto il dito prima di abbassarsi, non viene sollevato.
Un’altra importante considerazione è che, nell’azione descritta, rimane in azione solo il flessore del dito che sta reggendo il peso, mentre quelli delle altre dita rimangono perfettamente rilassati, a vantaggio dell’economia muscolare.
Se il trasferimento è effettuato con cura, nel rispetto degli elementi esposti sopra, le dita che non suonano mantengono uno stato di totale abbandono, condizione fondamentale per il conseguimento della dissociazione muscolare tra muscoli flessori ed estensori che è alla base della tecnica cosiddetta di “articolazione”.
Il movimento del trasferimento del peso descritto, avviene in modo simile, sia utilizzando solo il peso delle dita che utilizzando il peso di tutto il braccio. L’azione in “flessione” dell’articolazione della nocca resta infatti identica, sia spostando tutto il peso del braccio, che spostandone solo pochi grammi. Ciò che è comune a queste due azioni, è quindi il meccanismo di leva che il dito mette in azione.